21/12/2013
La chiusura (1,2 miliardi di euro disponibili da oggi grazie a Cassa Depositi e Prestiti, Banca Europea per gli Investimenti e nove istituti di credito commerciali) del Piano finanziario (2,2 miliardi di euro di investimenti compresi gli oneri e l’Iva) di Tangenziale Est Esterna di Milano, peraltro inquadrata non solo nell’ottica del reperimento dell’intera provvista bancaria necessaria per realizzare l’infrastruttura-sistema ma pure con il grandangolo di un’operazione che, proprio nell’imminenza della Festività, ha messo definitivamente al sicuro i 1.600 posti di lavoro creati dai cantieri e i 3.000 generati nell’indotto da una costruzione rivelatasi anticiclica, ha costituito il filo conduttore di «Sotto l’albero il closing di TEEM-Lavoro per la Lombardia da Natale a Expo. E oltre…».
All’incontro, promosso dai vertici della Concessionaria Tangenziale Esterna (il presidente Raffaello Berardi e l’amministratore delegato Stefano Maullu) e svoltosi in mattinata presso la Sala Biagi di Palazzo Lombardia, hanno partecipato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, il presidente della Regione Roberto Maroni, l’amministratore delegato di CDP Giovanni Gorno Tempini, il direttore per l’Italia di BEI Romualdo Massa Bernucci, l’amministratore delegato di Società Iniziative Autostradali e Servizi (Gruppo Gavio) Paolo Pierantoni, l’assessore regionale alle Infrastrutture Maurizio Del Tenno e il presidente di Concessioni Autostradali Lombarde Vincenzo Pozzi.
Gli interventi dei relatori, alternati a interviste con i lavoratori mandate in onda in Sala Biagi attraverso un collegamento televisivo con il campo-base di Truccazzano e trasmesse in diretta streaming sul portale di TE (tangenziale.esterna.it) e sul sito affaritaliani.it, hanno contribuito a chiarire sia i «numeri» reali del closing di TEEM frutto della sinergia tra soggetti pubblici e privati sia le dimensioni della ricaduta economica positiva sul territorio di un’operazione che, già da domani, permetterà a migliaia di famiglie di trascorrere un Natale sereno al riparo dalla crisi. Dall’apertura dei cantieri, avvenuta l’11 giugno 2012, sono state, del resto coinvolte nei lavori 998 imprese (il 44% con meno di cinque dipendenti e il 37% tra i cinque e i 15) e assicurate 368.000 giornate-lavoro.
Per quanto riguarda gli aspetti più strettamente bancari, la chiusura del project-financing dell’infrastruttura-sistema (32 chilometri da Agrate Brianza a Melegnano, 38 di opere viarie connesse, 30 di percorsi ciclopedonali, nove Progetti speciali ambientali e interconnessioni con la «gemella» BreBeMi, l’A1 Milano-Napoli e l’A4 Milano-Venezia) risulta incardinata su cinque nuove linee aperte dai finanziatori istituzionali CDP (350 milioni di euro) e BEI (475 milioni di euro) e da un pool di istituti di credito commerciali con quote non paritetiche. Essi sono: Intesa San Paolo-Banca IMI (131,5 milioni di euro), Unicredit (131,5 milioni di euro), UBI Banca (100 milioni di euro), Mediobanca (75 milioni di euro), Banca Popolare di Milano (60 milioni di euro), Credito Bergamasco (50 milioni di euro), Banca Popolare dell’Emilia Romagna (30 milioni di euro) e Santander (22 milioni di euro).
Le cinque nuove linee di finanziamento, che verranno remunerate grazie alla maxi-concessione di cinquant’anni e accordate a meno di un anno dal primo prestito-ponte (120 milioni di euro), vengono denominate: A1 (225 milioni di euro erogati da pool di banche con provvista CDP); A2 (203 milioni di euro erogati dalle banche con provvista propria); A3 (47 milioni di euro erogati dalle banche con provvista propria); B (475 milioni di euro erogati da CDP con provvista BEI); Vat-Iva (250 milioni di euro, dei quali 125 erogati dalle banche con provvista propria e 125 erogati da CDP con provvista propria).
Il miliardo e 200 milioni di euro acceso con la firma dei contratti di finanziamento apposta oggi da TE va ad aggiungersi all’equity dei Soci (465 milioni di euro di capitale sociale e 115 di prestito subordinato) e ai 330 milioni di euro di finanziamento pubblico messi a disposizione dal Governo con il «Decreto del fare» fortemente voluto dal ministro Lupi a condizione, però, che il closing di TEEM avvenisse entro e non oltre il 31 dicembre pena la perdita totale del contributo. Stamattina la Concessionaria è arrivata, dunque, a toccare quota 2,2 miliardi di euro e a ottenere, così, la copertura degli investimenti necessari per completare l’opera secondo cronoprogramma (entrata in esercizio Arco TEEM giugno 2014; entrata in esercizio intera tratta giugno 2015).
Va sottolineato che la strada, anzi l’autostrada (TEEM è stata denominata A58 dall’ANAS), del closing sino a un anno fa sembrava un miraggio. È stata spianata dall’acquisizione del controllo di TE da parte del Gruppo Gavio (quasi tre miliardi di euro di fatturato e 6.000 dipendenti), eccellenza nei settori delle concessioni, delle costruzioni, della logistica e dei trasporti. Il consolidamento economico della Concessionaria, scaturito dalla sottoscrizione da parte del Gruppo Gavio, già maggioranza nella «gemella» BreBeMi che, senza TEEM, non potrebbe interconnetersi con la rete viaria della Grande Milano, e di Intesa San Paolo delle quote rimaste inoptate rispetto all’aumento di capitale da 220 a 465 milioni di euro, ha, infatti, reso più «bancabile» la trasposizione di TEEM dalla carta millimetrata alla realtà.
«Abbiamo deciso di acquisire il controllo di TE perché riteniamo che il combinato disposto fra TEEM e BreBeMi permetterà al Gruppo Gavio di esercitare una massa critica sul quadrante territoriale in cui è più attivo finalizzata a rientrare degli investimenti sostenuti nell’arco di 22-23 anni – ha dichiarato l’amministratore delegato di SIAS Pierantoni -. Nel futuro della Concessionaria vediamo prospettive di integrazione con quella di BreBeMi e, poi, di un ingresso in Borsa che possa attrarre anche i piccoli investitori».
«Grazie a un “pacchetto di mischia” davvero formidabile, una Società con appena 16 dipendenti è riuscita, in meno di un anno, a reperire più di due miliardi di risorse – ha aggiunto il presidente di TE Berardi -. Si tratta di un risultato sul quale avrebbero scommesso in pochi. Ora che la partita giocata con spirito di squadra da tutti noi è vinta nonostante in molti ci consigliassero di non scendere neppure in campo, mi sento di mettere il mio mandato a disposizione del Consiglio di Amministrazione».
«Questo è stato un vero miracolo a Milano del quale dobbiamo ringraziare le eccellenze del sistema bancario che hanno creduto in noi, il Governo, che ha erogato un contributo pubblico spronandoci a conseguire il closing in fretta per contribuire alla crescita del Paese, e il Gruppo Gavio, che ha sempre puntato sulla modernizzazione della Lombardia – ha aggiunto l’amministratore delegato di TE Maullu -. Ma il segreto del successo colto stamattina va ricercato pure in amministratori concreti e sempre dalla parte del cittadino come il ministro Lupi e il presidente Maroni».