22 gennaio 2016
Collaudo statico ok anche per il ponte formato Skyline (5.000 tonnellate di peso, 0,8 chilometri di lunghezza, fra 30 e 40 metri di altezza) che, nell’ambito delle opere a percorrenza gratuita integrate ad A58-TEEM, collega Vizzolo Predabissi a Cerro al Lambro con l’obiettivo di offrire ad automobilisti e autotrasportatori un’alternativa taglia-file al transito lungo il congestionatissimo nodo di Melegnano.
A 72 ore dell’esito positivo dello stress-test eseguito dall’équipe del Politecnico di Milano coordinata dal professor Carmelo Gentile sul viadotto che unisce Melegnano, Colturano e San Giuliano Milanese raccordando le Provinciali 40 «Binasca» e 39 «Cerca» attraverso una nuova bretella, oggi pure il manufatto in acciaio Corten e calcestruzzo che costituisce il perno della connessione fra la Statale 9 «Via Emilia» e la Provinciale 17 «Santangiolina» ha, infatti, passato l’esame di resistenza.
Com’era accaduto martedì scorso e durante il collaudo del Viadotto Autostradale Lambro da 32.000 tonnellate (un decimo dell’ipotetico Ponte sullo Stretto), la struttura ingegneristicamente più complessa di A58-TEEM (32 chilometri di tracciato da Melegnano ad Agrate Brianza raccordati con A1 Milano-Napoli, A35 BreBeMi e A4 Torino-Venezia), pure lo stress-test odierno ha riservato fasi altamente spettacolari.
Gli autisti dei 20 TIR impiegati (80 tonnellate di sabbia e pietre il carico complessivo) hanno, del resto, coperto più volte l’intero sviluppo del ponte sottoposto a monitoraggio e si sono premurati di arrestare i mezzi nelle postazioni di sosta determinate dal professor Gentile allo scopo di valutare, per mezzo di sensori piazzati sotto l’impalcato, l’effetto esercitato su ciascuna campata del ponte da una massa degna per imponenza del Guinness dei Primati.
Il programma stilato dal Politenico prevedeva, d’altra parte, la simulazione di diverse configurazioni di carico e l’analisi computerizzata dei dati scientifici derivanti dalle rilevazioni effettuate in presenza di condizioni-limite (la concentrazione di tanti TIR in pochi metri) che non dovrebbero mai ripetersi nella realtà dell’apertura al traffico.
Il semaforo verde al collaudo statico fatto scattare sia riguardo al ponte tra «Via Emilia» e «Santangiolina» sia rispetto al viadotto tra «Binasca» e «Cerca» va considerato l’inizio del conto alla rovescia verso l’entrata in esercizio entro marzo dei nuovi collegamenti stradali tra Vizzolo e Cerro e tra Melegnano, Colturano e San Giuliano.
Si tratta di due arterie taglia-code che i pendolari e gli autotrasportatori del Sud Milano sognano da almeno 40 anni e che, dato l’investimento richiesto (quasi 50 milioni di euro in totale), sarebbero rimaste per chissà quanti decenni ancora sulla carta millimetrata se non fossero state realizzate, grazie a risorse garantite per l’85% da soggetti privati, nell’ambito della costruzione dei 38 chilometri di nuove Provinciali e Comunali integrati ad A58-TEEM.
L’imminente apertura di questi due nuovi collegamenti dimostra, per l’ennesima volta, che l’entrata in esercizio di A58-TEEM ha, semmai, accelerato il completamento delle opere viarie a percorrenza gratuita progettate nell’ottica dell’infrastruttura-sistema in cui va inquadrata TEEM.
La costruzione del ponte «promosso» oggi accredita, d’altro canto, plasticamente la volontà della Concessionaria Tangenziale Esterna SpA e del Consorzio Costruttori TEEM di mantenere gli impegni assunti in ordine alla consegna nel rispetto del cronoprogramma di tutte le nuove strade in avanzato stato di costruzione.
Le difficoltà della costruzione, ultimata in un anno grazie a una turnazione delle maestranze che non ha risparmiato Pasqua, Ferragosto, Natale e Capodanno, possono essere sintetizzate nello scavalcamento del Fiume Lambro e delle linee ferroviarie (interruzioni notturne nell’estate scorsa) e nel posizionamento dell’impalcato in parallelo a quello del Viadotto Autostradale.
Per risolvere le criticità di realizzazione nei tempi dettati dal cronoprogramma, il manufatto è stato assemblato presso il cantiere TEEM di Vizzolo adiacente la «Via Emilia» e poi trascinato per quasi un chilometro sino alla «Santangiolina» con varie campagne di spinta che hanno visto protagonisti 50 tecnici superspecializzati dotati di 18 maxi argani.