30 ottobre 2020
Oltre che a «La Storia Infinita», la costruzione della «Paullese Bis» somiglia, tanto per restare nell’ambito dei ricordi d’infanzia, al Gioco dell’Oca. Perché, dopo aver pagato pegno all’imprevisto rappresentato dall’emergenza Coronavirus con il rinvio al 2021 della cantierizzazione, ora rischia di tornare alla casella di partenza costituita dall’ennesima approvazione dell’opera da parte del CIPE.
Il via alla realizzazione in 24 mesi del Raddoppio nel tratto compreso tra «Cerca» e A58-TEEM, che, pianificato nel 2010, avrebbe dovuto essere completata nel 2015 da Città Metropolitana contestualmente all’apertura dell’Autostrada gestita da Tangenziale Esterna SpA, corre, del resto, il pericolo di slittare al 2023 nel caso l’Ente non riuscisse a scongiurare l’azzeramento dell’iter istruttorio ventilato dal Ministero dell’Ambiente.
L’impresa titolare dei lavori per il Lotto della Provinciale lambito dalla «Melegnano-Agrate» ha redatto, infatti, il Progetto Esecutivo introducendo due Varianti rispetto al Definitivo. Per entrambe è stata adottata la procedura indicata dall’Articolo 169 del DLgs 163/2006, che prevede una «verifica semplificata». Scelta la corsia preferenziale? Macché. Il Dicastero retto da Sergio Costa ha prospettato un nuovo passaggio al CIPE.
Nell’ipotesi in cui Palazzo Isimbardi non ce la facesse, come, invece, confida, a saltare l’ultimo ostacolo frapposto, i pendolari penalizzati, in ogni giorno feriale, dalle code della SP 415 dovrebbero rassegnarsi, dunque, ad attendere il 2025, se non il 2026 delle Olimpiadi Invernali, per poter percorrere la «Paullese Bis» e imboccare più agevolmente A58-TEEM (33 chilometri interconnessi con A1, A35 e A4) qualora lo desiderassero.
L’eventuale (ri)-chiamata in causa del CIPE per il nulla osta alle Varianti caldeggiato dal Ministero dell’Ambiente comporterebbe, d’altronde, l’impossibilità materiale di cantierizzare l’opera, peraltro attesa da mezzo secolo, prima del 2023 e di fornire, prima di un lustro, una risposta concreta alle esigenze di fluidificazione del traffico espresse da automobilisti, autotrasportatori e motociclisti imprigionati nelle file.
Come si spiega, allora, il dispiegamento di uomini e mezzi che alcuni utenti avevano notato, all’inizio di luglio, nei pressi di Settala? Città Metropolitana ha ripreso ad attuare gli interventi propedeutici (rimozione interferenze, bonifica ordigni bellici, rilevamenti eccetera) che, nel febbraio scorso, erano stati sospesi all’esplodere della pandemia e che adesso, con l’arrivo della seconda ondata del Coronavirus, sono tornati in forse.
A meno di inaspettate accelerazioni, i forzati della congestionata Provinciale saranno costretti, quindi, a sognare ancora a lungo le due corsie per senso di marcia delle quali possono usufruire solo nei tratti Crema-Spino d’Adda (14 chilometri) e Peschiera Borromeo-Cerca (cinque chilometri) per poi incappare, inevitabilmente, negli incolonnamenti generati dal mancato ammodernamento tra Zelo Buon Persico e Spino.
L’ormai conclamato spostamento dell’avvio di un’infrastruttura delineata nel 1984 di orwelliana memoria produce, fra le altre conseguenze, il perdurare di una fruizione parziale (50%) del ponte che permette di scavalcare A58-TEEM e che la Concessionaria ha ultimato (quattro milioni di euro) nel 2015 con l’obiettivo di favorire l’accessibilità all’Autostrada e consegnato, secondo il cronoprogramma stilato, a Palazzo Isimbardi.
Il viadotto, stante l’assenza del Raddoppio mirato a garantire il potenziamento del segmento in questione, che, va rimarcato, avrebbe dovuto entrare in esercizio assieme alla «Melegnano-Agrate», resta, difatti, off-limits per metà dei pendolari. I quali sopportano sia il danno provocato dalle code sia la beffa innescata dal fatto che, in parallelo con il tratto sovrastante l’Autostrada, si snodano due corsie tuttora chiuse.
C’è da sottolineare, infine, come, nonostante siano trascorsi quasi sei anni dall’apertura al traffico (16 maggio 2015) dell’Autostrada, A58-TEEM» risulti svantaggiata, in termini di crescita dei transiti, non unicamente dalla «Paullese Bis»-fantasma ma pure da un’accessibilità a scartamento ridotto dalla «Cassanese», riqualificata da Pioltello in poi ma monca del Raccordo tra A51 Tangenziale Est e A58-TEEM a carico di Westfield Milan.