Milano, 26 agosto 2020 – Si arricchisce dell’ennesimo capitolo la storia infinita della «Paullese Bis» nel tratto compreso tra «Cerca» e A58-TEEM, che, progettato nel 2010, avrebbe dovuto essere completato nel 2015 da Città Metropolitana contestualmente all’apertura, avvenuta secondo cronoprogramma, dell’Autostrada taglia-file costruita da Tangenziale Esterna SpA.
I pendolari aspetteranno, quasi sempre in coda, altri tre anni, infatti, il potenziamento di una delle Provinciali più congestionate della Lombardia dal momento che l’Ente pubblico cui spetta trasporre l’opera dalla carta millimetrata alla realtà ha confermato, proprio al rientro dalle ferie di molti utenti, lo slittamento al 2021 dell’attesissima cantierizzazione.
E i lavori che alcuni automobilisti avevano notato all’inizio di luglio? Palazzo Isimbardi, tramite il vicesindaco con delega alle Infrastrutture Arianna Censi, ha inquadrato gli interventi nell’ottica delle azioni preparatorie (bonifica ordigni, adeguamento reti eccetera), peraltro sospese a marzo a causa dell’allerta Covid-19, a una realizzazione che si protrarrà sino al 2023.
La prospettiva di eventuali accelerazioni all’ammodernamento, che interesserà la SP 415 da Zelo Buon Persico a Spino d’Adda, imprimibili in virtù del Decreto Rilancio postCoronavirus appare controbilanciata, del resto, dal rischio teorico di ulteriori passaggi burocratici per una pianificazione scandita dai rinvii indotti sia dall’esiguità delle risorse sia dai ricorsi negli appalti.
Del doman, insomma, c’è una sola certezza: i forzati della trafficata Provinciale saranno costretti a desiderare ancora a lungo le due corsie per senso di marcia delle quali possono usufruire soltanto nei tratti Crema-Spino (14 chilometri) e Peschiera Borromeo-Cerca (cinque chilometri) per poi incappare, inevitabilmente, negli incolonnamenti generati dal mancato raddoppio tra Zelo e Spino.
L’ormai conclamato spostamento dell’avvio di un’infrastruttura ipotizzata addirittura nel 1984 di orwelliana memoria comporta, fra le altre conseguenze, pure il perdurare di una fruizione parziale del ponte che permette di scavalcare A58-TEEM e che la Concessionaria ha ultimato da un lustro (quattro milioni di euro l’investimento) con l’obiettivo di favorire l’accessibilità all’Autostrada.
Tale viadotto, stante l’assenza dell’opera a carico di Città Metropolitana mirata a garantire la fluidificazione del segmento in questione, che avrebbe dovuto entrare in esercizio insieme con la «Melegnano-Agrate» (33 chilometri raccordati con A1 Milano-Napoli, A35-BreBeMi e A4 Torino-Trieste), resterà, del resto, off-limits per la metà delle migliaia di utenti in coda nei giorni feriali.
Gli automobilisti e gli autotrasportatori bloccati sulle due corsie di ponte (una per senso di marcia) percorribili si dovranno rassegnare, dunque, a sopportare ancora per 36 mesi sia il danno provocato dalle file sia la beffa innescata dal constatare che, in parallelo con la porzione di «Paullese» sovrastante l’Autostrada, corrono altre due corsie non transitabili in latitanza del raddoppio.
Alla luce di questa situazione è più facile comprendere, dunque, perché, nel 2019, 10.000 pendolari imprigionati nel caos viabilistico abbiano tentato di evadere dalle code avventurandosi, in qualsivoglia giorno feriale, nel centro storico di Paullo e incorrendo nelle pesanti multe derivanti dagli ingressi vietati nella Ztl monitorata dalle telecamere dell’Amministrazione comunale.
Il posticipato lieto fine della saga non scioglierà, comunque, in modo definitivo il nodo trasportistico costituito dalla Provinciale perché, a fronte dei presupposti appena riassunti, rimarrà nel cassetto ancora chissà per quanti anni il sogno delle quattro carreggiate pure nei Lotti, fermi all’istruttoria o all’assegnazione, Zelo-A58, Zelo-Ponte sull’Adda e Ponte sull’Adda-Spino.
C’è da sottolineare, infine, come, nonostante siano già trascorsi più di cinque anni dall’apertura al traffico, la «Melegnano-Agrate» subisca tuttora la penalizzazione provocata del permanere di un’accessibilità piena solamente dalla «Rivoltana» e a scartamento ridotto dalla «Cassanese», ammodernata da Pioltello in poi e monca del Raccordo tra A51 Tangenziale Est e A58-TEEM.